Tuesday, June 10, 2008

OFFIcoffee…una moda firmata New York!


Viaggiare, conoscere, sfidare la propria natura d’animale sociale, di siciliana avvinghiata a mamma orsa ed allontanarsi da tutto e tutti per cominciare un nuovo capitolo in terra straniera. E’ sempre stato il mio sogno e oggi, ventiquattrenne, camminando a passo svelto lungo le vie della mia vita, ora sfrecciando ora inciampando e rallentando, mi fermo, mi volto su me stessa e vedo alle mie spalle, come dita di una mano calda e familiare, cinque nidi che mi hanno protetto e sostenuto, cinque case che mi hanno ospitato ed insegnato a conoscere le due facce della libertà, dolcezze e amarezze dell’indipendenza. Palermo, Roma, Barcellona, Milano ed infine New York, cinque diverse, diversissime realtà ed uno stesso, identico processo d’appropriazione che da turista e straniera ti fa pian piano sentire a casa. In realtà è proprio tale processo ad affascinarmi maggiormente e a spingermi ogni volta ad una nuova meta. La novità, infatti, aguzza la vista e permette di cogliere dettagli e aspetti altrimenti inaccessibili a chi già permeato in un sistema.
Con gli occhi ancora per poco luccicanti di turista/cittadina precaria ricerco nella quotidianità di New York mode e stili di vita, quasi ormai banali per chi la vive giorno dopo giorno, ma incredibilmente affascinanti per chi la osserva con sguardo straniero.
Ecco dunque che fra tante, tantissime tendenze newyorchesi il mio occhio scrutatore individua gli OffiCoffee (Office Coffee>Cafè Ufficio). Ai freelance, ai lavoratori nomadi, alla miriade di scrittori, artisti, designer e liberi professionisti che prediligono il lavoro fuori casa e che non possono permettersi il prezioso affitto di un ufficio, la mente creativa di New York ha regalato dei cafè/librerie di nuova generazione, gli OffiCoffee appunto: luoghi discreti, silenziosi e accoglienti che, offrendo gratuitamente connessione internet a banda larga, permettono ai propri clienti di lavorare con il proprio laptop e al tempo stesso di usufruire di una ricchissima selezione di libri e riviste da acquistare o consultare semplicemente, tentati di tanto in tanto ad interrompere la concentrazione raggiunta con un caffè, un cupcake (dolce tipico, simile ad un plumcake monoporzione, ricoperto in superficie di crema di zucchero e amido), un sandwich o una sfiziosa insalata e perché no a scambiare due chiacchiere con i sempre sorridenti impiegati o con il vicino di sedia. I quartieri Bohemien di NY: Greenwich Village, Soho, Noho, Nolita, East Village, Lower East Side sono ormai disseminati di OffiCoffee (Epistrophy, Soy Luck Club, ThinkCoffee, Doma, Grounded, etc.) ma tra tutti, uno in particolare merita una più degna attenzione: McNally Robinson.
Ricordo ancora la mia illuminazione quando, passeggiando per il quartiere Nolita a pochi giorni dal mio arrivo a NY, estasiata dalle coloratissime vetrine delle boutique di Prince Street e dall’eccentrico abbigliamento dei giovani per le strade, mi sono imbattuta per la prima volta in McNally Robinson. Rimasi di stucco dinanzi alle vetrine di quella libreria, e osservandone l’interno me ne innamorai perdutamente: tanti piccoli tavolinetti circolari sormontati da altrettanti micro-computer occupavano la sala e, piegati su di essi e concentrati sul proprio lavoro, figure longilinee e stravagantemente eleganti animavano il locale. Nonostante la sala fosse piena di gente, quell’ambiente trasmetteva un senso di quiete che mi spinse ad entrare. Il profumo di caffé e pane tostato inebriarono la mia mente. Era un cafè, un cafè dentro una libreria e sembrava essere incredibilmente popolare! Chi sfogliava delle riviste su un grande tavolo in legno e chi scriveva rapidamente sulla tastiera del proprio computer, chi assaporava un cappuccino e chi scambiava due chiacchiere con un amico con tono di voce però assolutamente rispettoso del lavoro altrui. Un impiegato sorridente mi venne presto incontro intuendo che fossi nuova da quelle parti e mi informò sul programma di eventi offerti gratuitamente ogni giorno alle 7pm: letture, incontri con gli autori dei libri in vendita, workshop di scrittura creativa offerti gratuitamente; il cafè e la libreria restavano aperti lunedì-domenica, 10am-10pm; gratuita la consultazione dei libri e delle riviste, così come la connessione ad internet…Mi sembrò il Paese dei Balocchi della cultura!!
Da allora cominciai a frequentare McNally Robinson ogni qualvolta avessi del tempo libero, assistendo ai seminari e alle letture, sfogliando libri e riviste e, diventando da lì a poco io stessa una freelance in giro per NY con il mio macbook, feci presto di quel “magico” luogo una seconda casa. Dico “magico” perché in effetti una strana, “magica” energia popola McNally Robinson: una energia centrifuga che attrae in maniera inesorabile chi la assapora, una energia che ha ispirato la creazione di sceneggiature e libri destinati a grande successo, una energia che lega vite apparentemente lontane e le intreccia sotto forma di incontri inaspettati e coincidenze, talmente improbabili e surreali da suggerire a volte lo zampino di una mano tutt’altro che ingenua…

1 comment:

SimonaBua said...

hey...cara omonima siciliana...non solo trovo il tuo blog stupendo e il tuo modo di scrivere affascinante, ma trovo "assurda" coincidenza di nome, provenienza e passioni!23 anni, studio architettura a palermo, adoro l'arte, amo la lingua inglese, ho lasciato un pezzo di cuore negli stati uniti (chicago) e non vedo l'ora di finire gli studi per fare esattamente quello che hia fatto tu: affrontare il mondo in un paese nuovo! è difficile, non è vero?! ma i sogni sono sogni... passa dal mio blog se ti va..non è all'altezza del tuo (decisamente no!)ma è un modo per mantenersi in contatto! http://www.simonabua.spaces.live.com