A grandi lettere si legge Sasha Waltz sulla facciata dell’Opéra
Bastille di Parigi. Appena una riga sopra: Romeo et Juliette. Fino al 20 Maggio
2012.
Occasione d’oro per conoscere una delle figure più interessanti della danza contemporanea; cento minuti di delizia visiva per chi invece ha già avuto questo piacere, e apprezzato il lavoro.
Improvvisazione, sperimentazione, mescolanza, contrasto, minimalismo architettonico, ironia, sono alcune lettere dell’alfabeto Waltz, egregiamente riproposte in questo spettacolo, modellato sulle musiche di Hector Berlioz e interpretato dal corpo di ballo, dal coro e dall’orchestra dell’Opéra di Parigi.
Dopo i primi minuti d’incertezza, nei quali sembra piuttosto di assistere a un balletto disordinato, già il ballo in maschera con l’ironia della coreografia e dei costumi, ma soprattutto l’intensità del primo passo a due con Giulietta Aurélie Dupont et Romeo Hervé Moreau, lascia presto intendere la felice evoluzione del tutto. Momento di grandissimo interesse è senza dubbio l’assolo di Romeo, epurato da ogni artifizio e accompagnamento musicale. Sulla scena, nient’altro che l’energia della danza, il ritmo dei passi e il forte respiro di Hervé.
Brillante poi la scelta del ponte levatoio. Tanto minimalista nelle forme, quanto sorprendente nelle metamorfosi, questa pedana metallica inserita sulla scena, rappresenta i momenti di maggior climax dello spettacolo. Ora balcone o tetto, ora parete e infine pavimento, il ponte s’inserisce nello spazio e nel tempo, interagendo con i ballerini ed evocando ogni volta la grande intellettualità della creazione artistica.
Infine, i costumi di Bernd Skodzig e le luci di David Finn, nelle tonalità miele, cipria, cenere, e la raffinatezza del loro design, s’integrano perfettamente l’uno sull’altro, evocando le tracce di un candido sogno, svegliato soltanto dal sonno eterno. Per amore.
Occasione d’oro per conoscere una delle figure più interessanti della danza contemporanea; cento minuti di delizia visiva per chi invece ha già avuto questo piacere, e apprezzato il lavoro.
La personalità della coreografa tedesca
trasuda in ogni momento di questa moderna interpretazione del dramma
Shakespeariano, concepita e messa in scena per la prima volta nel 2007 per il Corpo di Ballo dell’Opéra di
Parigi e ripresentata oggi al pubblico di Bastille.
Improvvisazione, sperimentazione, mescolanza, contrasto, minimalismo architettonico, ironia, sono alcune lettere dell’alfabeto Waltz, egregiamente riproposte in questo spettacolo, modellato sulle musiche di Hector Berlioz e interpretato dal corpo di ballo, dal coro e dall’orchestra dell’Opéra di Parigi.
Il risultato è un’opera d’arte a tutto tondo nella
quale la delicatezza del balletto classico incontra la fluidità della danza
contemporanea, dove il barocco dell’opera si fonde con la linea dei costumi e
la semplicità della scena esalta l’intensità della progettazione. In un
crescendo di emozione.
Dopo i primi minuti d’incertezza, nei quali sembra piuttosto di assistere a un balletto disordinato, già il ballo in maschera con l’ironia della coreografia e dei costumi, ma soprattutto l’intensità del primo passo a due con Giulietta Aurélie Dupont et Romeo Hervé Moreau, lascia presto intendere la felice evoluzione del tutto. Momento di grandissimo interesse è senza dubbio l’assolo di Romeo, epurato da ogni artifizio e accompagnamento musicale. Sulla scena, nient’altro che l’energia della danza, il ritmo dei passi e il forte respiro di Hervé.
Brillante poi la scelta del ponte levatoio. Tanto minimalista nelle forme, quanto sorprendente nelle metamorfosi, questa pedana metallica inserita sulla scena, rappresenta i momenti di maggior climax dello spettacolo. Ora balcone o tetto, ora parete e infine pavimento, il ponte s’inserisce nello spazio e nel tempo, interagendo con i ballerini ed evocando ogni volta la grande intellettualità della creazione artistica.
Infine, i costumi di Bernd Skodzig e le luci di David Finn, nelle tonalità miele, cipria, cenere, e la raffinatezza del loro design, s’integrano perfettamente l’uno sull’altro, evocando le tracce di un candido sogno, svegliato soltanto dal sonno eterno. Per amore.
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