Monday, May 14, 2012

Roméo et Juliette. Alla Sasha Waltz

A grandi lettere si legge Sasha Waltz sulla facciata dell’Opéra Bastille di Parigi. Appena una riga sopra: Romeo et Juliette. Fino al 20 Maggio 2012.



Occasione d’oro per conoscere una delle figure più interessanti della danza contemporanea; cento minuti di delizia visiva per chi invece ha già avuto questo piacere, e apprezzato il lavoro.
La personalità della coreografa tedesca trasuda in ogni momento di questa moderna interpretazione del dramma Shakespeariano, concepita e messa in scena per la prima volta nel 2007 per il Corpo di Ballo dell’Opéra di Parigi e ripresentata oggi al pubblico di Bastille.


Improvvisazione, sperimentazione, mescolanza, contrasto, minimalismo architettonico, ironia, sono alcune lettere dell’alfabeto Waltz, egregiamente riproposte in questo spettacolo, modellato sulle musiche di Hector Berlioz e interpretato dal corpo di ballo, dal coro e dall’orchestra dell’Opéra di Parigi.
Il risultato è un’opera d’arte a tutto tondo nella quale la delicatezza del balletto classico incontra la fluidità della danza contemporanea, dove il barocco dell’opera si fonde con la linea dei costumi e la semplicità della scena esalta l’intensità della progettazione. In un crescendo di emozione.



Dopo i primi minuti d’incertezza, nei quali sembra piuttosto di assistere a un balletto disordinato, già il ballo in maschera con l’ironia della coreografia e dei costumi, ma soprattutto l’intensità del primo passo a due con Giulietta Aurélie Dupont et Romeo Hervé Moreau, lascia presto intendere la felice evoluzione del tutto. Momento di grandissimo interesse è senza dubbio l’assolo di Romeo, epurato da ogni artifizio e accompagnamento musicale. Sulla scena, nient’altro che l’energia della danza, il ritmo dei passi e il forte respiro di Hervé.


Brillante poi la scelta del ponte levatoio. Tanto minimalista nelle forme, quanto sorprendente nelle metamorfosi, questa pedana metallica inserita sulla scena, rappresenta i momenti di maggior climax dello spettacolo. Ora balcone o tetto, ora parete e infine pavimento, il ponte s’inserisce nello spazio e nel tempo, interagendo con i ballerini ed evocando ogni volta la grande intellettualità della creazione artistica.


Infine, i costumi di Bernd Skodzig e le luci di David Finn, nelle tonalità miele, cipria, cenere, e la raffinatezza del loro design, s’integrano perfettamente l’uno sull’altro, evocando le tracce di un candido sogno, svegliato soltanto dal sonno eterno. Per amore.

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