Thursday, January 21, 2010

Il Riccio


Il Riccio è una storia d’amore. Una delicata, contemporanea e drammatica fiaba d’amore che svela, attraverso la lucida e impeccabile analisi dell’undicenne Paloma, i più comuni malesseri della nostra umanità. La storia si svolge all’interno di un elegante palazzo della borghesia parigina, al numero 7 di Rue de Grenelle, che sembra racchiudere, accanto ai più banali meccanismi di relazioni interpersonali, imprevedibili e quanto mai affascinanti circostanze. Reneè è la portinaia dell’edificio, “vedova, bassa, brutta, grassottella” con i calli ai piedi e l’alito da mammut, senza alcun titolo di studio, e povera dal primo vagito. O almeno questo è ciò che la stessa protagonista è disposta a mostrare al mondo. Se non fosse che la Signora Michel, come la conoscono i condomini, nasconda invece, dietro i suoi grossolani e rudi modi, un’anima “terribilmente elegante”, oltre che una impressionante raffinatezza intellettuale. Ma se nessuno nel palazzo riesce a vedere più in là della boccia di vetro attraverso la quale, “proprio come pesci rossi”, la gente oggi si presenta al mondo, quel nascondiglio misterioso non può invece sfuggire all’intelligentissima Paloma, né tanto meno al nuovo condomino giapponese, Kakuro Ozu, l’unico che riesca a cogliere, tra le parole di Reneè, le continue e sottilissime citazioni dell’Anna Karenina di Tolstoj…

Tratto da L’Eleganza del riccio, grande successo editoriale di Muriel Barbery, il film Il Riccio presenta immediatamente il suo biglietto da visita francese: ambientazioni, colori, riprese non possono nascondere la scuola cinematografica d’oltralpe. Ma se la giovanissima regista, Mona Achache, è riuscita a ricorrere, senza far rumore, a qualche intuivo accorgimento narrativo, realizzando un film molto delicato e comunque sia fedele al libro, i brevi tempi cinematografici hanno dovuto necessariamente dimenticare molte delle deliziose descrizioni del testo originario, alcuni preziosi personaggi e non pochi riferimenti letterari, lasciando così però, a chi ha visto il film senza aver già letto L’Eleganza del riccio, molto ancora da scoprire nella sua meravigliosa lettura.

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