Thursday, March 3, 2011

Da piccola ricalcava i fumetti Disney

oggi disegna nel team di Tim Burton

PALERMO - C’è chi da piccino sognava di fare l’astronauta e oggi ha paura dell’aereo, chi desiderava indossare tutù e scarpette e oggi veste la toga. Lei invece, che stregata dalle silhouette dei personaggi Disney sognava semplicemente di poter conoscere un giorno i creatori di eroi come la Sirenetta e Roger Rabbit, oggi, talentuosa cartoonist e animatrice 2D (ma anche musicista folk), siede addirittura nello stesso team di lavoro di quei mitici artefici. Valentina Ventimiglia, giovane artista palermitana, ha capito prestissimo che nella vita avrebbe disegnato cartoni animati: «All'inizio cercavo di coinvolgere anche i miei genitori nell’impresa. Ma né gli scarabocchi di dame di mia madre e neppure il cowboy e l'indiano di mio padre, riuscivano a soddisfarmi. A 4 anni ho deciso che avrei continuato da sola. Ricopiavo le copertine dei quaderni, e tutti i libri della Disney avevano dei solchi nelle pagine che raffiguravano la Sirenetta, perché ricalcarla dalla tv, mettendo in "pausa" il VHS, non ha mai funzionato bene».

LA CARRIERA - Oggi, dopo un diploma in Animazione tradizionale a Torino, un’Internship nella sede londinese di Cartoon Network, e varie collaborazioni con studi di animazione internazionali, il suo nome compare, in qualità di Storyboard assistant, nella «crew list» di produzione di «Frankenweenie», nuovissimo lungometraggio in stop-motion della Disney diretto da Tim Burton, in uscita nelle sale cinematografiche nel 2012. Eppure, Valentina sognerebbe di tornare in Sicilia: «Ho sperato più di una volta di poter lavorare nella mia città, ma in Italia purtroppo manca la fiducia nei giovani talenti, e anche la giusta considerazione per una forma di arte che prevede tempi lunghissimi di realizzazione. Molti di noi sanno, a grandi linee, che un'animazione è composta da una sequenza di disegni, ma ben pochi immaginano che, per ogni singolo minuto animato, si possano impiegare fino a 3 mesi di lavoro. In Italia la mia professione è ancora fortemente sottopagata; mantenersi da soli diventa impossibile».

IL NUOVO PROGETTO DI BURTON - Dopo Alice in the Wonderland (2010), l’ultimo progetto siglato Burton-Disney, è il remake di uno dei primi cortometraggi dello stesso regista americano, Frankenweenie (1984), concepito come parodia dei due film di James Whale, Frankenstein (1931) e La moglie di Frankenstein (1935), basati sul soggetto di Mary Shelley. «Franken-weenie», «Frankenstein-sfigato», racconta le vicende del piccolo Victor Frankenstein che, sfruttando l'effetto degli impulsi elettrici sui muscoli, imparato a scuola, tenta di riportare in vita il suo cane – Sparky – investito da un’automobile. «Sebbene da più di un anno un’instancabile squadra di storyboard artist, modellisti, pittori, scenografi, tecnici e produttori stia lavorando al lungometraggio, siamo ancora soltanto a metà dell’opera», racconta Valentina, «In questo momento stiamo sviluppando lo “storyboard”, fase fondamentale di ogni produzione cinematografica, che potremmo descrivere come un enorme fumetto in cui viene visualizzata l'intera storia, scena dopo scena. Il mio ruolo, in quanto assistente, è quello di dare una mano con le correzioni, ridisegnare personaggi, sostituirli, cambiare inquadratura o scenografia; ma ogni tanto arriva l'opportunità di disegnare delle piccole sequenze per intero, e non ci sono parole per descrivere l'emozione, immaginando poi il risultato sul grande schermo». E, mentre nella sede centrale dello studio di produzione, in quello che viene chiamato lo “storyboard department”, la sceneggiatura viene tradotta in materiale visivo, vengono definite le inquadrature cinematografiche e il modo in cui interagiranno tra di loro i personaggi, all’interno del «Puppet Hospital» (n.d.r. Casa dei Pupazzi), un gruppo instancabile di modellisti e scenografi è al lavoro per costruire le ambientazioni e i personaggi che, poco dopo, sul "set", prenderanno finalmente vita propria, per incantare e affascinare milioni di bambini in tutto il mondo.

Pubblicato su corriere.it

No comments: