Thursday, March 3, 2011

Il ritorno dei «balcanici» Matrimia!

con l'orecchio a est e il cuore a Sud



PALERMO - Prendete suoni e alcune immagini di capolavori come il Tempo dei Gitani, Gatto Nero Gatto Bianco e Underground del regista bosniaco Emir Kusturica, aggiungete un cucchiaio colmo di musica Klezmer, una manciata di musica popolare greca, turca, araba, un bicchiere di chanson francese, alcune gocce di flamenco, qualche pizzico di rock, dub, reggae e una spolverata jazz all’Archie Sheep, ed ecco che, almeno in parte, avrete colto l’essenza del secondo disco dei «Matrimia!», “Zivili”, parola che in slavo significa propriamente «alla Salute!».

ORECCHIO A EST - Il lavoro, promosso sul web con un video realizzato da national Geographic al mercato di Ballarò, sarà presentato il 16 dicembre prossimo a «I Candelai» di Palermo. E sì, perché sebbene Daniele Tesauro, Dario Compagna, Gero Pitanza, Davy Deglave, Roberto Ferreri e Giacomo di Domenico, in arte i Matrimia!, siano formalmente un gruppo “siciliano” (tutti meno il cantante francese Davy Deglave), nato sei anni fa a Palermo, la formazione musicale e il gusto estetico di ognuno di loro ha invece trovato massima espressione in quella che è la musica popolare dell’Europa orientale e del Mediterraneo in generale. «Sin dall’inizio, è stata una scelta puramente estetica a spingerci verso simili tradizioni musicali», confida Tesauro, uno dei fondatori del gruppo, «in un certo senso si tratta di affinità elettive alle quali non puoi opporti. Senti che quel ritmo ti risuona dentro, ma non sai perché. Così cominci ad approfondire un genere musicale piuttosto che un altro, finché non diventa parte di te».

LA NEW ENTRY - Eppure, non c’è da stupirsi se il nome di un gruppo così vario e apparentemente lontano dalla musica popolare siciliana, sia invece un’espressione tipicamente nostrana come «Matrimia!» (mamma mia!). Se la loro musica, infatti, non è esplicitamente siciliana, le innumerevoli tracce di cultura magrebina, turca, ebrea, francese, greca, spagnola, latina che segnano la pelle della nostra gente, i gesti, gli sguardi, i colori dei nostri mercati, gli odori, i suoni delle strade, rappresentano però un chiaro collegamento. Ma non solo. Basta che i «Matrimia!» suonino in un concerto dal vivo perché la loro energica sicilianità appaia come per magia: nell’interpretazione dei brani, nelle improvvisazioni, nell’intesa con il pubblico. Ma “Zivili” non è soltanto una nuova raccolta musicale. Questo disco segna un passaggio importante nella storia del gruppo: «Due componenti sono andati via, lasciando un grande vuoto affettivo e strumentale», continua Daniele, «e, nella ricerca di un bassista che sostituisse Marko Bonarius, abbiamo trovato un eccellente sostituto nel basso elettrico del nostro fonico, Roberto Ferreri, al quale abbiamo accompagnato anche una chitarra elettrica». Differente è anche il linguaggio, non più unicamente diretto ai giovani, ma aperto anche a interlocutori più maturi. E poi ci sono racconti di viaggio, festival di musica, collaborazioni artistiche, esperienze personali; storie che ognuno di loro ha composto singolarmente e poi arrangiato insieme, «in grande democrazia».

Pubblicato su corriere.it

1 comment:

Anonymous said...

Una donna...speciale che vale la pena di ascoltare perchè ha tanto da raccontare e lo fa attraverso la musica