
Ci sono luoghi dove natura e uomo vanno ancora a braccetto, si sostengono a vicenda e si supportano nei bisogni di ogni giorno. Succede in Brasile, in Sud Africa, in India, in Nuova Zelanda, in Egitto, in Guinea, nello Sri Lanca; lì dove il progresso tecnologico è un eco lontano e la creatività popolare trova espressione nelle foglie di palma e nelle noci di cocco, nelle canne di bambù e nelle foglie di mais, nei rami, nei semi e nelle cortecce delle foreste.
E succede a Palermo, a Piazza Indipendenza, dove maestosi alberi, già secolari confidenti di tanti e tanti che da quella piazza sono passati, diventano pure sentinelle al servizio di cari vecchi amici, over 60 per l’appunto. Sono i vecchietti di Piazza Indipendenza, che ogni giorno della settimana si riuniscono in quel paradiso alle spalle di Palazzo dei Normanni per chiacchierare e raccontarsi, “pi taliarisi u passiu” o semplicemente “pi passarisi lu tempo”.
Il salotto a cielo aperto di Piazza Indipendenza, lo stesso che di giorno vive nelle storie dei suoi frequentatori, all’imbrunire si trasforma in un Parco Incantato, silenzioso, affascinante. Dagli alberi pendono doni curiosi, giganteschi, inanimati. Ma basta avvicinarsi di qualche passo per scoprire, in quella suggestiva istallazione d’arte popolare, una preziosa collezione di sedie, seggiole e poltroncine, incatenate ai rami possenti come frutti pesanti, e ti parlano, raccontandoti della Sicilia e della pigra genialità che anima la sua gente.
Sì, perché quegli inconsapevoli artisti, i signorotti di Piazza Indipendenza, siciliani purosangue, “lagnusi” per definizione ma inesorabilmente fantasiosi, non potevano mica star seduti per ore sulle fredde panche di marmo, disseminate per la Piazza. Non sia mai. I loro fianchi, stanchi, e le ginocchia, arrugginite, pretendono vere signore poltroncine. E così, se le sono portate da casa, le sedie, e per evitare il fastidioso“trasi e nesci” quotidiano, ogni sera le lasciano lì nella Piazza, affidate a custodi di legno e foglie, ancora fiduciosi e fedeli. Quando poi la Signora dal manto stellato avvolge la Piazza, i nostri vanno a casa sereni leggeri, per ritornare ancora, giorno dopo giorno, a raccontare storie e custodire memorie.
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