
“Piscispata, Piscispata locale! Talìa chi ran piscispata! Talìa chi bbeddu culuri! A ddec’euru u piscispata! Miiii, a ddec’euru! Piscispata locale!!”… “ Sìcci, Sìcci cù nìvuru! Taliassi chi ssù bbeddi sti sicci! Sìcci bbeddi, Sìcci cù nìvuru!!”
Forti, vibranti, colorate, assordanti, le “vuci” dei venditori di pesce nei mercati siciliani, incalzano e rumoreggiano, risuonando come vecchi canti popolari. Il loro impeto, il loro fervore sembra voler sfidare quei profumi e quei colori, poderosi anch’essi, della merce sui banconi. Ma non solo. Le “abbanniate”, termine utilizzato in Sicilia per descrivere le grida dei mercanti ambulanti per esaltare i propri prodotti, servono pure come strumento per concorrere con gli altri venditori. Chi punta sul basso costo “Occhiate a cinco euru. Io svendo, non vendo!!“, chi sulla freschezza “Sicci cà camìnanu! Fannu ciàuru i mari “, chi vuole invece risvegliare le papille gustative “Sàidde, sàidde bbiedde! Mii, chi rrùci a paista chi sàidde!!” e chi poi non perde tempo per dar spazio alla propria fantasia poetica ”C’aiu i mirluzzi cà pairlano! Talìa chi bbeddi sti mirluzzi! Mirluzzi cà pairlano!”… per un coro di botta e risposta davvero suggestivo.
La teatralità siciliana e l’identità della sua gente trova difatti, nel mercato (che ha origine dal suq arabo), la sua più vibrante espressione. Sipari e scenografie, attori e spettatori, comparse e scenette coesistono in questo “Teatro a cielo aperto” di cui il pesce, “Lu pisci Ri”, è protagonista indiscusso. Mmuccuna, rrizzi, cozzi, sàidde, sicci, tunnina, scrummu, spatu, mirluzza, cirennia, ricciola, calamari, anciovi, pesce d’ogni genere, gusto e colore, sono celebrati ed esaltati. Impreziositi da merletti di alghe ed erbe aromatiche, incoronati da limoni e peperoncini, decorati con fiori e ghirlande, offrono un trionfo cromatico, degno di questo spettacolo quotidiano, ma mai uguale a se stesso, che è il mercato del pesce.

L’allestimento ha inizio alle prime luci dell’alba. Gli scenografi si mettono subito al lavoro, disponendo sui banconi metallici la preziosa merce, con la cura e l’attenzione che solo un artista, nell’esposizione delle sue opere, potrebbe avere.
Nulla è lasciato al caso. Il colore rosso delle tende e l’uso di lampade artificiali, sempre accese, servono a intensificare la lucentezza e il colore del pesce, mentre i continui schizzi d’acqua e l’uso di legare la testa e la coda dei pesci, “aggammari u pisci”, per mantenerli in posizione arcuata, serve a conferire un’idea di freschezza assoluta, quasi fossero stati appena pescati. Anche la disposizione del pesce sui banconi ha il suo peso scenografico; le diverse qualità vengono accuratamente separate: il pesce di taglio viene messo da una parte, quello da frittura da un’altra e lo stesso vale per quello da zuppa e quello d’arrosto.
Sono le 9 del mattino. Tutto è pronto per la giornata. Il mercato è già affollato.
Che lo spettacolo abbia inizio!
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